Antonella ci racconta la sua storia e del suo libro: Il Pianeta Vegan

Sono Antonella Tomassini, ho 45 anni, pugliese di nascita ma trasferitasi a Roma, come quasi tutti i giovani del sud Italia per fare l’Università e poi mettere le radici nella città eterna. Scelsi di studiare regia cinematografica, perché dicevo all’epoca di voler diventare regista, e tuttora se qualcuno mi chiede cosa voglio fare da grande la mia risposta è sempre la stessa, anche se ho più di quaranta anni e mi considero un’eterna bambina che crede ancora nelle favole desiderando un mondo magico fatto di pace e rispetto.

Se mi chiedete che lavoro faccio non saprei che nome dargli, so solo che baso tutta la mia vita a cercar di far capire l’importanza del veganesimo, mettendo in primo piano l’etica, l’amore per gli animali e il cibo naturale.

Tra le tante cose che mi impegnano giornalmente, mi occupo di corsi di cucina vegan dedicati a chi vuol imparare a cucinare o vuol approfondire le basi e le ricette cruelty free, dove oltre ad allievi vegan insegno anche a ristoratori “carnivori e scettici”, che per lavoro in qualche maniera devono, vista la maggiore richiesta di clientela di menu veg,  avvicinarsi al mondo vegano. Mi emoziona quando la lezione finisce e questi ultimi mi confessano che la cucina veg non è riduttiva ma al contrario è ricca di sorprese, fiera di aver trasmesso loro i principi di una alimentazione sana e nutriente basata sulle verdure.

Oltre a cucinare amo scrivere, che forse è la mia passione più grande, collaboro infatti con il portale online sul mondo vegan ilvegano.it, dove condivido le mie ricette, i miei pensieri e riflessioni,  oltre a fornire informazioni su eventi e novità. Scrivo anche sul blog vegamami.it ormai da diversi anni, anzi è proprio grazie a questo blog che mi ha dato voce, che ho avuto l’occasione di poter divulgare e condividere i miei articoli.

Sono sposata e sono madre di tre bambini a quattro zampe che mi regalano fuse e coccole, Tamy e Theo due gatti, adottati al gattile di Vallegrande, vicino Roma, circa 6 anni fa e Alfie, un micio randagino che quasi un anno fa si aggirava sotto casa denutrito e malmesso, e che ora è il principe di casa, dispettoso e monello.

Quando e come è iniziato il tuo percorso vegan? Raccontaci la tua esperienza.

Ho iniziato questa avventura, denominata “Pianeta Vegan”, moltissimi anni fa, precisamente nel 1987.  QUANDO HO INTRAPRESO QUESTA SCELTA DI VITA SAPEVO SOLO CHE NON VOLEVO MANGIARE PIÙ GLI ANIMALI PERCHÉ LI AMAVO TROPPO PER VEDERLI FINIRE NEL MIO PIATTO E SAPERE CHE LA LORO CARNE DIVENTAVA PARTE DI ME MI FACEVA SOFFRIRE.

L’autore del mio cambiamento è stato un maialino che non dimenticherò mai. Avevo tredici anni e dovevo preparare un compito per la scuola sulla vita di campagna, quel giorno ho imparato che la bistecca che vedevo nel piatto era una vita spezzata.

Andai con la mia famiglia a far visita ad un contadino che viveva a Martina Franca e che aveva una masseria, di quelle antiche dove si mungevano le mammelle delle mucche con le mani per far il latte, le caprette mangiava l’erba sui campi e però non sapevo ancora come gli animali venivano uccisi. Fu allora che ho incrociato lo sguardo triste di quel maialino che si apprestava a morire e che fu ucciso brutalmente dalle mani del contadino.

Quell’episodio ha segnato per sempre il mio animo, ho cercato di cancellare le grida di quel povero essere innocente ma non ci sono riuscita. È  per lui e per tutti gli animali costretti al macello che desidero un mondo dove gli animali non sono più torturati per diventare cibo e dove non esiste nessuna sofferenza. Da quel giorno decisi di non mangiare piu esseri viventi, diventai vegetariana e dopo poco eliminai ogni altro derivato animale. Non ho trovato molte difficoltà, forse solo preoccupazioni da parte dei miei genitori, che per fortuna sono durate pochissimi giorni.

Come spesso sottolineo, all’epoca, non esisteva internet e informarsi sul veganesimo era alquanto improbabile, anzi questa parola oggi tanto diffusa neppure era conosciuta, si sapeva chi erano i vegetariani, mentre i vegani erano chiamati semplicemente vegetaliani, e spesso, quando qualcuno ti chiedeva “Perché non mangi la carne?” e rispondevi “Sono vegetaliana”, pensavano addirittura che non conoscevi neppure l’italiano, credendo che avevi confuso a pronunciare una elle al posto di una erre.

Quando sono diventata vegana, al contrario di oggi, era raro trovare nei supermercati i cibi sostituti della carne, come il tofu o il seitan, che per chi si affaccia all’alimentazione veg sono le prime cose che si mangiano poiché si crede che sono gli unici cibi che ti danno le proteine. Non sapevo ancora che mangiando legumi, cereali, verdure e frutta fresca e secca, avrei trovato il giusto carico di energia e l’unico alimento che trovavo in commercio erano le bistecchine di soia disidratata.

Ed allora ho voluto imparare a stare davanti ai fornelli, cucinare gli alimenti naturali, le verdure di stagione, ed è grazie a mia madre, che mi sollecitava sempre di rimanere a guardare mentre cucinava le sue pietanze vegetali, focacce, panzerotti, pasta fatta in casa, ho appreso questa meravigliosa arte. Posso oggi dire con gioia che ho avuto una grande mamma e maestra, che mi ha insegnato l’amore per la cucina, creare una pietanza come se si trattasse appunto di un’opera d’arte o una poesia.

In che modo la scelta vegan ha migliorato la tua vita?

La scelta vegan ha aumentato notevolmente la mia sensibilità, donandomi un maggior desiderio di poter cambiare le cose in questo mondo. Credo che, se ognuno si creasse nel proprio cuore un microcosmo, dove potersi racchiudere e riflettere sull’importanza di ogni essere vivente le cose andrebbero meglio. Nel corso degli anni ho avuto anche l’opportunità di conoscere persone meravigliose, che rispettano il mondo, ma anche persone che ti chiedono semplici consigli o suggerimenti e ti ascoltano senza nessuna paura di stravolgere la propria vita semplicemente cambiando abitudini alimentari.

Raccontaci del tuo progetto vegan.

Il mio progetto è quello di testimoniare che scegliere vegan è la cosa più giusta che si possa fare, ho scritto un anno fa il libro Pianeta Vegan, riflessioni e ricette per un mondo cruelty free, edito da Mediterranee, per dimostrare che vivere in maniera vegan è possibile e soprattutto che non comporta rinunce, al contrario è una scelta consapevole che ti porta solo giovamento. In seguito al libro è nato un bellissimo tour in giro per l’Italia, #pianetavegan per incontrare associazioni animaliste, medici, rappresentati del mondo veg, attivisti, che invitavo alle mie conferenze per informare e mettere a confronto realtà diverse.

È  stato bello scoprire che partecipavano non solo “vegani” ma anche persone onnivore curiose o dubbiose che volevo ascoltare ed ho capito che ogni persona ha bisogno dei suoi tempi per cambiare, sono certa infatti che imporre una alimentazione e un modo di vita diversi da quelli tradizionali, non si ottengono risultati ma che con parole dolci e sensibili forse puoi entrare quasi certamente nel cuore delle persone.

Da dove nasce l’ idea?

La spinta emotiva di mettere insieme in un libro riflessioni e ricette per un mondo cruelity free è nata  quando ho incontrato persone e anche animali, che ho voluto intervistare in modo che lasciassero una impronta su questa Terra carica di abusi, sofferenza e distruzioni ambientali da parte dell’uomo.

Quanto è importante l’amore nella tua cucina? 

Importantissimo, è solo l’Amore che mi spinge a cucinare e diffondere una cucina cruelty free che porta la felicità nel piatto e, condividerla con gli altri vuol dire far sapere al mondo che si vive meglio senza portare la sofferenza in tavola.

Che cosa è per te il Pianeta Vegan?

È un microcosmo immaginario che si trova nel cuore di tutte le persone, alcuni sono coscienti di avercelo, altri lo ignorano e addirittura negano l’esistenza. Sul Pianeta Vegan non esiste la ferocia, ed è possibile guardare un animale negli occhi per capire che i pensieri degli animali sono simili a quelli che provano gli umani. Vivono, amano, sentono le emozioni proprio come noi, allora perché mangiare i nostri simili?

Bilancio di oggi e obiettivi per il futuro?

Oggi sono una donna felicissima, tutto il tempo che dedico a ciò che amo mi da moltissime soddisfazioni, e sapere che posso semplicemente coinvolgere altre persone che finora non conoscevano nulla di questa scelta di vita, mi da emozioni intense, mi fa capire che le mie parole non sono inutili.

Obiettivo futuro è promuovere il mio secondo libro di prossima uscita, rivolto anche ai lettori più piccoli e quale miglior cosa se non scrivere una favola. Intitolato Micio e i suoi a-mici, il libro nasce durante una telefonata con Cristina Massa, presidente dell’Associazione Onlus D.I.A. NA., che si occupa dei gatti randagi delle colonie di Roma, che mi parla del suo amore per i gatti e del nuovo progetto che ha in mente sulle sterilizzazioni dei randagi.

Per sei mesi, sono entrata nel personaggio del mio nuovo libro, Micio, e sono andata alla scoperta di un mondo incantato dove tutti gli animali corrono felici e senza pericoli: il ponte dell’Arcobaleno. Micio e i suoi a-mici è una favola per grandi e piccini, con le illustrazioni di Alice Cumbo, che porteremo anche nelle scuole elementari di tutta Italia, poiché ritengo sia fondamentale parlare dell’amore e il rispetto per gli animali già sui banchi di scuola.

Hai qualche messaggio o consiglio da dare ai lettori?

Non c’è bisogno di portare a tavola la sofferenza degli animali, la cucina etica è la dimostrazione di un’alternativa sana e fantasiosa. Solo cucinando con il rispetto per la vita e quindi con Amore troveremo la serenità e il sorriso di chi ama la vita.

Trovate le mie ricette e riflessioni su https://ilvegano.it/

Grazie Antonella ♥