Islington un quartiere di Londra vieta la vendita di pellicce

da Patrizia Saccente
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La moda diventa sempre più vegan e finalmente un altro posto si aggiunge a quelli in grado di influenzare positivamente il resto del mondo, vietando la vendita di pellicce.

Islington diventerà il secondo comune del Regno unito (dopo Oldham) e il primo di Londra a vietare la vendita di pellicce di origine animale nel suo territorio e quindi anche nei numerosi mercati presenti. Il divieto entrerà in vigore per le nuove licenze dal 1° ottobre 2019 e per i venditori già esistenti dal 1° gennaio 2020.

Animali torturati per produrre vestiti alla moda

All’inizio di Settembre, una petizione per vietare la vendita di pellicce nei mercati di Islington aveva superato in pochissimo tempo le 2000 firme, sottolineando quanta crudeltà produce questo tipo di commercio. Infatti, per la vendita di pellicce, ogni anno tantissimi animali vengono maltrattati, torturati, rinchiusi e scuoiati vivi: tutto questo solo per ricavare abiti alla moda di cui potremmo fare tranquillamente a meno.

Pareri contrastanti su questo divieto

Sono molte le disapprovazioni a questo divieto, soprattutto da parte dei commercianti, come dichiara la Islington Gazette: c’è chi afferma che il compratore dovrebbe avere il diritto di scegliere e che, se volesse, potrebbe acquistare abiti di pelliccia vera in un mercato che non l’ha ancora vietata; chi, invece, sostiene che Islington non dovrebbe decidere quale tortura sia più crudele, perché gli animali allevati per produrre latte vivono una vita molto più triste di quelli utilizzati per la produzione di pellicce.

Un passo avanti e un’influenza positiva

Cllr Asima Shaikh, responsabile aziendale di Islington, sottolinea che il comune vuole vietare in particolare la vendita di pellicce in cui gli animali vengono allevati appositamente per essere uccisi e trasformati in indumenti; poiché è quasi impossibile risalire all’origine e ai metodi di produzione utilizzati, l’unico modo per impedire una tale atrocità è quella di imporre un divieto generale.

Questa scelta etica non eliminerà tutta la sofferenza degli animali ad Islington e siamo ben lontani da un’evoluzione totalmente vegan, ma è comunque un grande passo avanti e una bellissima influenza positiva per un mondo sempre più cruelty-free!

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